martedì 4 gennaio 2011

…e infatti non ci sei

…ancora il solito imbecille. T’incanti, t’innamori e a mala pena parli. Quello che mi fa incazzare è che il romanticismo non mi piace. Mi piace il romanticismo che c’è in un panino con la salsiccia e cipolle ad un raduno di bikers ad una festa della birra di provincia. Dove non esiste l’italiano, ma solo il dialetto. Dove non esistono rossetti, fondi tinta, profumini da 300 euro, scarpette con i tacchi che rimarrebbero incastrate nel fango e tanti giri di parole, ma dove ci sono solo labbra consumate dal freddo, qualche ruga sulle guance e un po’ di ‘borse’sotto gli occhi per la stanchezza della giornata, il profumo e l’odore della pelle, della tua pelle e scarpe da tennis che non hanno mai visto un campo da tennis, comprate solo perché costavano poco. E poi mi perdo, colgo tutte, o quasi tutte, le tue bellezze, anche quelle che nemmeno tu sai di avere. Ti osservo sorridere, mangiare, stare in silenzio, ridere, con gli altri. Senza parlare. Senza invadere. Senza riuscire ad interrompere un tuo sorriso, un tuo silenzio, un tuo parlare…e così ti lascio andare mentre disegno un tuo ritratto per cercare di vederti ancora dentro…e infatti ora, qui, in questa stanza buia, fra le ragnatele dei miei pensieri, non ci sei…

Non è il tuo corpo
Non è la tua voce
Non è il tuo silenzio
Così leggero

Non sono le tue converse
Nere e consumate
Nemmeno il cappottino rosso
O il cappellino storto in testa

Ma sei solamente tu,
Che mi rapisci senza pietà,

Immagine riflessa
Dai tuoi occhi sfuggenti
Profondi, taglienti

Che quando sorridi incantano
E quando sei seria attraggono

[…]

Povero imbecille che sono
Con la capacità di cogliere
E l’incapacità d’esprimere…

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