Un
amico stava preparando un comunicato stampa riguardante un evento che stava
organizzando con gruppi da far suonare, poesie e presentazione di alcune
specialità gastronomiche locali e io lo stavo aiutando a scrivere. Ad un certo
punto nel mentre che parlavo ad alta voce per fargli sentire cosa stavo
scrivendo dissi:
“…tutto
ciò per dare vita ad un evento culturale che coinvolgerà…” e lui dall’altra
stanza prese ad urlare come un pazzo a cui hanno tolto la libertà
“Noooooooooo
per carità…che hai detto!?” e io
“Che
ho detto???” lui venne nella mia stanza e disse
“…hai
detto evento culturale?” e io ancora
più sorpreso non capendo il motivo di una reazione così fuori dagli schemi per
quelle due semplici paroline
“…eh
si…ho detto e scritto evento culturale perché?”
“Togli
tutto, cancella tutto per carità!”
“Ma
perché in fondo ciò che stai cercando di organizzare è un evento culturale, con
musica, poesie, gastronomia locale…”
“Ma
chi se ne frega!? Ma che gliene frega?! O meglio…non gliene frega niente a
nessuno, anzi anche peggio, se scrivi evento
culturale la gente non viene! Si annoia già nel leggerlo, devi scrivere che
ci sarà musica...devi scrivere che se
magna!!! Che se magna gratissseeee!!!” e se ne tornò bofonchiando
nell’altra stanza dov’era prima a continuare a lavorare su altre cose
borbottando e ridacchiando fra sé e sé: “…evento
culturale scrive lui e spera che ci venga qualcuno…” poi mi riprese ad
urlare dalla stanza accanto “…alla gente non frega un cazzo della cultura! Se
vuoi dare cultura alla gente gliela devi ficcare dentro vino e porchetta senza
dirglielo e devi sperare, sempre che te freghi davvero qualcosa della cultura, che poi qualcosa digeriranno e non
cagheranno tutto senza assorbire un cazzo!”
Mi
venne tanto da ridere, ma in fondo rimasi schoccato da quella strana
conversazione. E pensai.
La cultura…la cultura…cos’è la cultura? Probabilmente
“cultura” è tutto ciò che ricordiamo del passato dell’umanità. Nel bene e nel
male. Un tizio diceva: “cultura è tutto ciò che ti ricordi dopo che ti
dimentichi tutto ciò che ti hanno insegnato”. È una definizione molto
affascinante ma non sono d’accordo. Portando all’estremo tale definizione si ha
che se di tutto ciò che c’insegnano non sapessimo nulla saremmo tutto e niente
e il concetto stesso di cultura non esisterebbe. O forse no. L’altro aspetto di
questa frase è che la cultura si tramanda da generazione in generazione in un
sistema di pensiero popolare, se così si può dire. In tal caso la cultura
sarebbe la sapienza popolare, il sentire comune, il detto, il “vecchio adagio”
del vecchino del bar del paese. Sarebbe molto triste e mi rifiuto di dare al
termine “cultura” anche questa definizione. Allora penso alla parola CULTURA.
Questa parola deriva dal latino (è incredibile quanto l’etimologia dia sempre
una mano decisiva per arrivare al nocciolo delle cose!) colere che significa
“coltivare”, poi, dice wikipedia, il termine si è esteso al concetto di
“prendersi cura degli dei” dando così vita alla parola “culto”. Ma a me non
interessa, a me interessa il significato primo: coltivare. La cultura è come un
seme che ci viene lanciato dentro e che genera la grande pianta delle domande
che poi stimola la ricerca delle risposte, da cui infine si arriva a tutto ciò
che siamo e che decidiamo di essere.
Probabilmente, in ultima analisi, la
“cultura” è il prendersi cura di far crescere bene le nostre domande.
Silenzio
dentro e fuori.
Poi
alzai lo sguardo e dissi al mio amico di là:
“Che
ne dici? La cultura è il prendersi cura
di far crescere bene le nostre domande!” e lui urlando a squarcia gola:
“No,
no noooooo!!! La cultura è una salsiccia!!!!!” e io piano, quasi tra me e me:
“…si…e
c’è chi la lecca e chi la morde…”
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