giovedì 15 novembre 2012

IMPARERò A BALLARE…


In effetti è una cosa che ho in mente da diversi anni, ma mai sin’ora ne avevo sentito così tanto il peso.
Ballare.
La capacità di far respirare il corpo. Di far ridere i muscoli e l’anima. La capacità di dare forma al movimento…come fossimo degli Avatar del ritmo. Ci pensate? E magari farlo insieme a qualcun altro, “a tempo”. Come due incarnazioni del movimento, diverse eppure uguali, in armonia.

Anche se poi in fondo tutto è una danza, un ballo…immaginate un’anatra che vola. Immaginate un leopardo che corre. Immaginate un anguilla nuotare o un coccodrillo camminare…o le foglie al vento d’autunno, le farfalle al profumo di primavera…
Non stanno danzando?!
O le onde al mare…un cane che scodinzola…un bambino a pancia in su che ride…

Forse però quello che ci piace, che ci aiuta a dare un senso alle cose e che ce le fa chiamare “arte”, sono le regole, i numeri, il ritmo…il comprensibile…le gabbie dorate della razionalità artistica che il genio segue eppure le scardina dal di dentro.
E così alla fine perdiamo il gusto e l’arte della danza delle foglie al vento d’autunno per cercare quella dei ritmi e delle regole del tango, della salsa, del foxtrot…e se non le conosci, se non sei educato nei movimenti allora “non sai ballare”. E mi va bene, in fondo mi piacciono le regole, i numeri e così lo ammetto: “non so ballare”.
È anche vero che i “numeri” e il “ritmo” con la loro funzione di razionalizzazione del tempo e del movimento rendono possibile meglio il ballare insieme ad altri…

E qualche giorno fa ho sentito il peso del non conoscere quel ballare razionale. Mi sono trovato in una festa improvvisata. Sguardi amici, sguardi nuovi, gente che inizia a ballare razionale e d’improvviso due occhi appena conosciuti sui miei che mi chiedono, dopo aver ballato:

“…e tu sai ballare?”
“Emmm…no.”
Ci ho pensato su un po’ prima di rispondere no perché, secondo il mio concetto di ballare, io so ballare bene, ma siccome lì stavano ballando con la gabbia dorata delle regole e dei numeri ho capito che la domanda si riferiva a quel tipo di ballo...quindi la risposta è no. In più mi ero perso in quello sguardo così potente che mi aveva sorpreso…
Alla mia risposta i suoi occhi si sono sorpresi facendomi una domanda geniale:

“E come mai no?!?” silenzio,
“Eh…non so…non ho mai avuto il tempo…”
E a questo punto quegli occhi si sono sbigottiti creando una domanda ancora più geniale:


“E come si può non avere il tempo per imparare a ballare?!?”

Questa domanda mi ha fatto innamorare di quegli occhi. Dopo un po’ di silenzio ho risposto tante cose razionalmente corrette e giustificanti ma…infondo a quella domanda non so rispondere. E in effetti non ho giustificazioni realmente giustificanti…
Ma un giorno anch’io imparerò a ballare dentro le gabbie dorate…per ora sto imparando a ballare come le farfalle al vento di primavera…incontrando luci e profumi saltellanti e scintillanti…come erano e sono anche quegl’occhi…ballando…


Occhi di un sorriso
Che aiuta il sole a brillare
Ti splende potente dentro
Ciò che forse credi lontano

[…]

Lascia fare a quella luce che ti scalda
Pulirà tutto da sola
Con la serenità dei gabbiani
La sera, in riva al mare…

…ballando…