In
effetti è una cosa che ho in mente da diversi anni, ma mai sin’ora ne avevo
sentito così tanto il peso.
Ballare.
La
capacità di far respirare il corpo. Di far ridere i muscoli e l’anima. La
capacità di dare forma al movimento…come fossimo degli Avatar del ritmo. Ci pensate? E magari farlo insieme a qualcun
altro, “a tempo”. Come due incarnazioni del movimento, diverse eppure uguali,
in armonia.
Anche
se poi in fondo tutto è una danza, un ballo…immaginate un’anatra che vola.
Immaginate un leopardo che corre. Immaginate un anguilla nuotare o un
coccodrillo camminare…o le foglie al vento d’autunno, le farfalle al profumo di
primavera…
Non
stanno danzando?!
O
le onde al mare…un cane che scodinzola…un bambino a pancia in su che ride…
Forse
però quello che ci piace, che ci aiuta a dare un senso alle cose e che ce le fa
chiamare “arte”, sono le regole, i
numeri, il ritmo…il comprensibile…le gabbie
dorate della razionalità artistica che il genio segue eppure le scardina
dal di dentro.
E
così alla fine perdiamo il gusto e l’arte della danza delle foglie al vento
d’autunno per cercare quella dei ritmi e delle regole del tango, della salsa,
del foxtrot…e se non le conosci, se non sei educato nei movimenti allora “non
sai ballare”. E mi va bene, in fondo mi piacciono le regole, i numeri e così lo
ammetto: “non so ballare”.
È
anche vero che i “numeri” e il “ritmo” con la loro funzione di
razionalizzazione del tempo e del movimento rendono possibile meglio il ballare
insieme ad altri…
E
qualche giorno fa ho sentito il peso del non conoscere quel ballare razionale. Mi sono trovato in
una festa improvvisata. Sguardi amici, sguardi nuovi, gente che inizia a ballare razionale e d’improvviso due
occhi appena conosciuti sui miei che mi chiedono, dopo aver ballato:
“…e tu sai ballare?”
“Emmm…no.”
Ci
ho pensato su un po’ prima di rispondere no
perché, secondo il mio concetto di ballare, io so ballare bene, ma siccome
lì stavano ballando con la gabbia dorata
delle regole e dei numeri ho capito che la domanda si riferiva a quel tipo
di ballo...quindi la risposta è no.
In più mi ero perso in quello sguardo così potente che mi aveva sorpreso…
Alla
mia risposta i suoi occhi si sono sorpresi facendomi una domanda geniale:
“E come mai no?!?” silenzio,
“Eh…non so…non ho mai avuto il
tempo…”
E
a questo punto quegli occhi si sono sbigottiti creando una domanda ancora più geniale:
“E come si può non avere il tempo
per imparare a ballare?!?”
Questa
domanda mi ha fatto innamorare di quegli occhi. Dopo un po’ di silenzio ho
risposto tante cose razionalmente corrette e giustificanti ma…infondo a quella
domanda non so rispondere. E in effetti non ho giustificazioni realmente giustificanti…
Ma
un giorno anch’io imparerò a ballare dentro le gabbie dorate…per ora sto
imparando a ballare come le farfalle al vento di primavera…incontrando luci e
profumi saltellanti e scintillanti…come erano e sono anche quegl’occhi…ballando…
Occhi di un sorriso
Che aiuta il sole a brillare
Che aiuta il sole a brillare
Ti splende potente dentro
Ciò che forse credi lontano
Ciò che forse credi lontano
[…]
Lascia fare a quella luce che ti
scalda
Pulirà tutto da sola
Pulirà tutto da sola
Con la serenità dei gabbiani
La sera, in riva al mare…
La sera, in riva al mare…
…ballando…