<<A
volte si hanno pensieri che fermano il tempo, a volte si hanno visioni e si
vedono cose che bloccano il respiro. Ma alcune volte, si perde il fiato e
basta. Perché è la vita. Siamo esseri in divenire. Nulla si crea, nulla si
distrugge, tutto si trasforma. Sotto le nostre mani, con le nostre mani,
indirizzate dalla luce dei nostri occhi e dei nostri pensieri. Esterniamo la
cristallizzazione di ciò che pensiamo.
Quando
la persi mi mancò il respiro. Ma non perché avevo perso lei… No. Mi mancò il
fiato perché sentii chiaramente d’aver perso me.
Che
destino ha un essere umano quando perde se stesso? Che futuro c’è quando la
colpa della propria assenza a noi stessi, la sputiamo contro l’Universo, contro
l’altro, contro la nostra ombra pur di non guardarci in faccia?
T’avevo
persa ed eri finita lucente e incantevole fra quelle stelle che non cadono mai
e illuminano la via ai marinai notturni, gratuitamente. Ma il mio mare era così
nero e senza te non avevo più una meta verso cui andare.
Dannazione.
Ero
un marinaio maledetto e dannato in un mare che sapeva d’inferno, senza più nessun
porto da raggiungere. Quella stella che una volta era mia e al mio fianco, ora
era un punto bianco che illuminava la mia faccia nera a miliardi di kilometri
di distanza. Rabbioso come un angelo caduto fra le lingue calde dell’inferno,
lasciavo la mia pallida faccia rivolta verso l’alto. Il cielo.
Il
cielo.
Quel
posto dove dovrebbe esserci un Dio, così lontano… E dove invece di giorno
impera una luce accecante che non si lascia guardare e la notte si riempie
degli occhi lucenti della anime morte. Come posso trovarti da qui? How can I find you from here?
Poi
lasciai scorrere la rabbia. Lasciai scorrere anche la paura e rimase la
malinconia… Mare mio, solo tu sai quanto
vorrei annegare tra le tue braccia cullanti e la tua voce morbida…
Poi
lasciai andare anche la malinconia e rimase un’acqua limpida e ferma sotto di
me; un mare che era diventato uno specchio. Mi sporsi per guardare e vidi il
sorriso di un bambino, vidi me. In quel mare vidi Dio. Vidi una una stella bianca senza più ombre dentro che
mi osservava curiosa, serena e sorridente. Sembrava
diventare aria…avvolgendomi…>>
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Monologo pre-concerto NEFESH dell'Aprile 2014 per il lancio e presentazione del nostro terzo disco: "Contaminations".
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